Friday, December 31, 2010

Anno nuovo

È comune nelle persone, nelle comunità, festeggiare la fine del nuovo anno e l'arrivo del nuovo. Ci sono molti modi per festeggiare e molte interpretazioni. Ci sono persone che ne approfittano per “sballare”, altre credono sia solo un'occasione per divertirsi, nei modi più stravaganti. Molte persone si promettono molti buoni propositi, che poi spesso non vengono mantenuti, perché spesso sono esagerati, altre lasciano passare il tempo con indifferenza. Io la vedo come un'occasione in più per stare con le persone con cui mi trovo bene e fare quello che voglio. Un modo per staccare dalla quotidianità della vita (sia essa lavoro, scuola o altro). I miei propositi sono pochi e mirati, per questo di solito li realizzo. Intanto colgo l'occasione per augurare un ottima fine e un felice inizio, perché, come si dice, “quello che fai a capodanno lo fai tutto l'anno”.

Sunday, December 26, 2010

Power ranking 13 dicembre

  1. Boston Celtics: il settimo attacco della lega, ma soprattutto la miglior difesa fanno sì che i vice campioni siano la squadra più in forma. The Diesel ha trovato la sua dimensione all'interno delle rotazioni della squadra, che nonostante i problemi degli infortuni (Perkins, Rondo, O'Neal J., West) trovano il giusto equilibrio per il raggiungimento della vittoria. Ricordiamo che Robinson ha trascinato in un paio di occasioni la squadra, sostituendo egregiamente il vero playmaker della squadra (Rondo).
  2. San Antonio Spurs: con il miglior attacco e “solo” l'ottava difesa, San Antonio, in contro tendenza alle stagioni passate, ha cominciato subito con il giusto approccio alla partita. Tim Duncan sta passando la sua peggior stagione della carriera. I veterani texani (Duncan, Ginobili e Parker) sembrano aver ritrovato l'energia dei bei tempi.
  3. Dallas Mavericks: il perno della squadra è indiscutibilmente Dirk Nowitki. Nella stagione dove vinse il titolo di MVP tirò con il 50%, mentre ora sta tirando con il 56% dal campo. Fintanto che Chandler riuscirà a non infortunarsi e a mantenere questo stato di forma le previsioni di Dallas sono rassicuranti.
  4. Los Angeles Lakers: alternando partite con la giusta mentalità e altre con leggerezza, si ritrovano con un record di 17-7. Nelle vittorie spiccano sempre gli stessi nomi, Bryant, Gasol e Odom. Il grande assente, per la riabilitazione al ginocchio, è Andrew Bynum. Ora la panchina, che già gli scorsi anni faceva la differenza, sembra ancora più solida con gli innesti estivi di Steve Blake (che sostituisce Jordan Farmar e porta esperienza e regia affidabile) e Matt Barnes (che porta un ulteriore specialista difensivo più rapido di Artest, e un affidabile tiratore di carattere).
  5. Miami Heat: nonostante l'inizio di stagione, a mio parere prevedibile, con addirittura già 8 sconfitte su 17 partite, ora la squadra inizia a trovare il giusto equilibrio con le sue tre stelle (Wade, James e Bosh). Una caratteristica fondamentale, che sarà decisiva al fine di poter competere con le big, è la mancanza della panchina intesa come giocatori di spicco e come allenatore.
  6. Oklahoma City Thunder: in questo inizio di stagione i giovani Thunder hanno scoperto come giocare senza la principale stella (Durant), trovando in Westbrook il trascinatore. Ulteriori progressi sono stati fatti da Ibaka e da Jeff Green. Pur non avendo una panchina sufficientemente lunga o di qualità, riescono a trovare un gioco costante e spesso molto efficacie.
  7. Utah Jazz: con l'asse Williams-Boozer che si è sciolta, molti erano gli scettici riguardo all'arrivo di Al Jefferson. Si è rivelato, dopo il periodo di assestamento, un buon acquisto. Il ritorno di Millsap, Miles e Kirilenko sono stati fondamentali per ottenere questi risultati, che potranno ancora migliorare con il ritorno di Okur.
  8. Orlando Magic: sono attardati anche per i vari infortuni di giocatori chiave come Nelson e Howard. Comunque i Magic non sembrano in grado di ripetere il gioco che avevano con Hedo Turkoglou nel 2008, anche perché Lewis non tira più con percentuali decenti, Carter gioca solo a tratti e Howard non è più così decisivo (con azioni in post alternate allo scarico) proprio perché i tiratori non segnano più così spesso.
  9. New York Knicks: dopo un inizio tutt'altro che convincente, i Knicks sembrano essere entrati nell'ordine delle idee di cosa bisogna fare per giocare bene. Amare gioca ad altissimi livelli, Felton in un buon periodo mette ordine, Chandler sembra un altro giocatore (in positivo), Gallinari si adegua di partita in partita, passando o segnando all'occorrenza. D'Antoni sembra aver finalmente trovato una buona chimica di squadra.
  10. Atlanta Hawks: nell'estate sono riusciti a trattenere Joe Johnson, ma non sono riusciti ad aggiungere un pezzo che potesse farli ufficialmente entrare nel circolo delle big. Sono una buonissima squadra, ma sono già due o tre anni che girano attorno alle stesse basi, e escono dai playoff presto. È chiaro che così non arriveranno mai a vincere, ma si limiteranno a fare spettacolo, che gli riesce molto bene.
  11. Chicago Bulls: l'inizio di stagione è stato condizionato dall'assenza del nuovo acquisto Carlos Boozer. Il leader della squadra è chiaramente Derrick Rose, con Noah che è veramente efficacie sotto le plance. Con l'arrivo d Boozer i tori avranno una spinta uteriore sotto canestro, e un'arma migliore dell'asse Rose-Noah sui pick'nroll. Una squadra da playoff, ma con poca panchina.
  12. Denver Nuggets: con il ritorno di Karl in panchina, la squadra alterna del buon basket a dei cali di concentrazione. Con la parabola discendente di Billups, quella di Lawson continua a salire esponenzialmente. Melo sembra a tratti distratto e scontento della situazione (unico big a non aver cambiato squadra o con aggiunte significative). Denver rimane una squadra solida, ma avrà bisogno di muoversi sul mercato per poter pensare di competere nei playoff.
  13. New Orleans Hornets: dopo lo strabiliante inizio di stagione con undici vittorie su dodici partite, la squadra ha perso un po' la via, perdendo otto delle successive undici. Con il ritorno di Paul c'è sicuramente un'organizzazione migliore. Okafor sembra aver capito che quando CP3 penetra in area, è conveniente seguire il movimento per un probabile passaggio. David West ora potrà dividere la responsabilità di realizzatore con Paul. In estate sono arrivati Ariza (difensore e atleta), Belinelli (a detta di Paul, “quello che cercava da tempo”), mentre a stagione in corso si è effettuata una trade che porta Bayless (giovane talento su cui gli Hornets non volevano puntare) e Peja (che sta invecchiando a dir poco) in cambio di Jack (in modo da avere un cambio per Paul) da Toronto.
  14. Indiana Pacers: un inizio di stagione ambiguo. Se da una parte Indiana ha vinto contro gli Heat, contro i Lakers e altre partite realizzando almeno la metà dei tiri tentati dal campo, dall'altra si nota che se la squadra non è in serata, si hanno delle serie difficoltà a giocare. Roy Hibbert sembra aver trovato una sua dimensione sotto canestro, Ford ha capito che non deve esagerare, e i vari Foster, Collison, Rush, McRoberts, Posey danno qualità al gioco. Il punto saldo della squadra rimane Danny Granger.
  15. Portland Trai Blazers: sono anni ormai che Portland è l'eterna promessa, composta da giovani giocatori di talento. Il problema è che ormai non sono più così tanto giovani, e che sono in molti ad avere troppo spesso problemi di infortuni. Cominciando da Brandon Roy (che si porterà dietro per sempre i suoi problemi ai menischi), si passa per Przybilla e Oden (i due lunghi spesso ai box, con Oden che è stato prima scelta), Camby (ha sempre avuto problemi fisici e non gioca mai a pieno regime) e si arriva a Fernandez (che è pure scontento e se ne vuole andare) e Miller (per fortuna il più delle volte sta bene). L'unico che sembra essere costante è Aldridge, che però non è certamente una stella. Con questi problemi di infortuni è sempre un azzardo spendere parole su di loro nel lungo periodo.
  16. Phoenix Suns: con un ringiovanito Steve Nash e un Goran Dragic che per certi momenti sembra poterlo sostituire egregiamente, i Suns e Gentry hanno trovato uno stile più difensivo rispetto al periodo di D'Antoni. Ci sono ancora molti tiratori (imbeccati da un ottimo playmaker), ma mancano dei lunghi veri. Ci sono i rimbalzisti, ma Lopez non basta per poter tenere testa ad un centro vero.
  17. Memphis Grizzlies: in estate nessuna aggiunta di rilievo, ma anche nessuna perdita. I Grizzlies si presentano al via con un roster conosciuto. Marc Gasol continua a crescere, Randolph sperano che continui sulla strada della scorsa stagione, Conley e Mayo si prendono sempre più responsabilità e Gay rimane sempre un giocatore con potenzialità che non riesce però a dimostrare con continuità.
  18. Houston Rockets: l'inizio non è stato esaltante, anche perché Brooks ha saltato molte delle prime partite, Ming non gioca più di metà partita e gli unici a tenere a galla la squadra nei momenti importanti sono Martin (nuovo arrivo da Sacramento) e Scola (una vecchia conoscenza di immensi fondamentali). Tutto questo non basta, se poi i Rockets si ostinano a voler correre per tutta la partita invece che rallentare, non fanno altro che tagliarsi le gambe da soli.
  19. Philadelphia 76ers: con la promessa di Evan Turner (veramente deludente per ora) i 76ers sembravano avere un roster decente. Con la guida di Andre Iguodala, il miglioramento dei giovani Holiday e Meeks in cabina di regia, quello di Hawes vicino a canestro, Brand che sembra essere tornato qualche anno indietro, il carattere di Songaila, Nocioni, Kapono e Williams e l'esplosività di Young, sembra, sulla carta, una squadra temibile. Così non è stato, almeno per l'inizio della stagione.
  20. Milwakee Bucks: con il ritorno di Bogut, i Bucks possono dire la loro nella Eastern Conference. La scorsa stagione, l'arrivo di Salmons, fece volare Milwakee ai playoff (poi l'infortunio di Bogut fu decisivo). Con Redd sempre nell'infermeria, Jennings e Boykins dovranno prendersi più responsabilità, così come Ilyasova e Maggette. Mentre Mbah a Moute, Dooling, Roberts e Gooden dovranno dare intensità dalla panchina. Intanto la differenza la fa la settima miglior difesa, a discapito del peggior attacco.
  21. Toronto Raptors: con la partenza di Bosh in estate, i Raptors si sono decisi a puntare su Bargnani. Si sono assicurati che ci fosse un rimbalzista che lo aiutasse (sappiamo che non è la sua specialità), per questo hanno scelto Ed Davis dal draft e hanno ingaggiato Reggie Evans (che non segna mai, ma prende sempre il rimbalzo). Linas Kleiza (ottime mani e testa) è tornato in NBA, Barbosa (velocità impressionante) ha lasciato i Suns, ed è tornato disponibile Calderon. Weems, Johnson, DeRozan e Dorsey possono dare energia dalla panchina. Rimane comunque una squadra con vari buchi di ruolo, come quello del playmaker (c'è solo Calderon).
  22. Charlotte Bobcats: con la partenza di Felton c'è ben poco di buono in questa squadra. Augustin è un tiratore, che dovrà improvvisarsi playmaker, Mohammed cercherà di non farsi sostituire da Kwame Brown (flop mostruoso del draft di anni fa) o da Diop. Diaw ha dei limiti e inizia a invecchiare. Gli unici che si salvano sono Stephen Jackson e Gerald Wallace. Certo è che due giocatori non bastano per fare una squadra che possa puntare ai playoff.
  23. Detroit Pistons: se Detroit si ostina a voler ricostruire solo mezza squadra con i giovani, non andrà lontano. Da una parte Bynum, Stuckey, Summers, Jerebko, Maxiell e Monroe sembrano promettenti, i “vecchi” Wallace, McGrady, Wilcox, Prince e Hamilton, rallentano ed ostacolano la ricostruzione della squadra. L'acquisto di un giocatore finito come McGrady è l'ulteriore dimostrazione di una errata gestione dirigenziale. I giocatori su cui ricostruire una franchigia vincente come quella da titolo li hanno, il problema è che si ostinano a voler tenere le vecchie guardie in parabola discendente.
  24. Golden State Warriors: gli ottimi giocatori li hanno, se però si fanno male, non hanno dei sostituti all'altezza. A Monta Ellis e Stephen Curry si è aggiunto sotto canestro David Lee, che darà quella solidità e un compagno per Biedrins. Gadzuric, Bell e Amundson possono dare il proprio contributo, ma rimane troppo poco per comporre una squadra vincente.
  25. New Jersey Nets: la peggior squadra della scorsa stagione NBA ha aggiunto qualche tassello, ma soprattutto ha ritrovato i giocatori chiave che erano fuori roster. L'arrivo di Humphries, Farmar, Murphy, Outlaw e Favors dal draft possono dare maggiore solidità alla squadra. Devin Harris e Brook Lopez rimangono i cardini imprescindibili per poter giocare a basket. Per il resto questa squadra ha panchinari che dovranno giocare minuti importanti.
  26. Minnesota Timberwolves: con Flynn che parte dai box e Jefferson che è partito per Utah, non può che essere Kevin Love (impressionante ai mondiali, e nella partita da 30 punti e 30 rimbalzi!) a caricarsi la squadra sulle spalle. L'arrivo di Beasley e Pekovic rinforzano il reparto lunghi. Brewer, Ellington, Webster, Tolliver e Telfair daranno il loro contributo. Ridnour ormai lo conosciamo. Ma la vera sorpresa di questo inizio stagione è il flop più grande di tutti i tempi del draft. Proprio lui (Darko Milicic per chi non l'avesse capito), dopo sette anni si decide a giocare decentemente (piazzando anche qualche ventello, o sette stoppate in una partita). A parte Love, e Flynn (infortunato) questa squadra non ha altro da dare per poter combattere.
  27. Los Angeles Clippers: tralasciando Aminu e Bledsoe, a cui servirà tempo per affermarsi come giocatori NBA, abbiamo Kaman (infortunato), Davis, Gordon e soprattutto Griffin. Quest'ultimo sta facendo impazzire tutti gli appassionati con le sue giocate strabilianti, da giocatore maturo, nonostante sia calcolato matricola. Con Davis fuori forma e Kaman fuori roster, per ora non resta che lui a trascinare gli altri. Al rientro di Kaman e con Davis che migliori il suo gioco, con Gordon che subirebbe meno pressione e magari Aminu, Bledsoe o DeAndre Jordan che migliornio un po', questa squadra può fare bene.
  28. Sacramento Kings: con il Rookie of the year 2010 (Tyreke Evans) infortunato i Kings hanno ben poco da offrire alla causa per la vittoria. Casspi, Cousins, Dalembert, Garcia, Landry, Thompson e Udrih sono troppo poco per poter vincere con continuità.
  29. Washington Wizards: con lo smembramento della scorsa stagione (causa la storia di Arenas e Crittenton) i Wizards hanno rivoluzionato il roster. Arenas molto probabilmente giocherà ancora per poco in questa squadra, come dimostra il fatto di aver scelto John Wall al draft. Se però la prima scelta non gioca, non rimane altro da fare che mettersi in ginocchio e pregare che guarisca presto. Blatche, Hinrich, McGee, Young e Thorton da soli non possono pensare di ottenere qualche risultato utile alla vittoria.
  30. Cleveland Cavaliers: dopo il “tradimento” del re (LeBron James), i Cavs sono rimasti senza squadra. Nelle stagioni scorse era James ad ottenere il primo posto nella regular season (e quindi l'MVP) e a lottare nei playoff (sempre persi..). Ora che non c'è più, non rimane null'altro, se non giocatori che erano stati presi per giocare con lui, che non possono giocare con lui. Varejao, Powe, Mo Williams, Parker, Jamison, Hickson, e Graham proveranno a non ottenere il peggior record della lega per quest'anno.

Saturday, December 25, 2010

Natale

Un buon e felice giorno di Natale a tutti quanti leggeranno. Anche se non credo nella religione, mi risulta comoda (per via delle vacanze che si porta dietro). È ottima l'approccio che vedo attorno a me per i preparativi alla festa, che in sé non presenta particolari complessità. In un giorno come questo, più che speciale lo definirei unico, è presente un'atmosfera che è difficile da disfare. Se solo una parte di questa benevolenza ci fosse durante tutto il corso dell'anno, saremmo tutti persone migliori. L'atmosfera che crea il Natale ci riempie di gioia e ci fa dimenticare, anche se solo per un attimo, i torti e le difficoltà. Ma la cosa più bella, per quanto mi riguarda, è poterla condividere con le persone care, che in questa ricetta della felicità sono l'ingrediente fondamentale. L'unico vero rimpianto che ho è quello di non poterlo passare con tutte le persone care insieme, contemporaneamente. Mi dovrò accontentare. Nel frattempo, vi faccio i miei migliori auguri di buon Natale!

Friday, December 24, 2010

Nomi

Mi è capitato spesso di sentire persone lamentarsi in vari modi del proprio nome. Io non ho motivo di lamentarmi del mio. Ma se tralasciamo i problemi che sorgono quando si hanno nomi facilmente storpiabili (passatemi il termine), in certe fasce d'età, diventa difficile conviverci. Eppure è una delle cose che ci accompagnerà tutta la vita (se non prendiamo la tragica scelta di cambiare nome). Ho notato che molte persone, pur non gradendo il proprio nome, non arriverebbero al punto di cambiarlo, ciò significa che oramai è diventato parte integrante della loro persona. Se noi facciamo un'analisi del motivo per cui i nostri genitori hanno scelto proprio il nome che poi ci teniamo, possiamo constatare che non è mai una scelta in malafede. I motivi possono essere vari. Da nomi che fanno risorgere dei bei ricordi (nomi di persone, cibo, posti o altro), a nomi che suonano bene o che piacciono (il che è spesso pilotato dalle precedenti conoscenze), si arriva a nomi che si pensa servano come augurio di una vita felice (Felice e varianti), gioiosa (Gioia), sono solo due dei molteplici nomi con questo scopo. Ho visto anche persone che si arrabbiavano con i genitori e gliene facevano una colpa, per la scelta del nome. In quei casi mi sorge una domanda. Ma se foste al loro posto (da genitori o quando si da un nome ad un animale), vi farebbe piacere sentirsi dire che dovevate scegliere un altro nome perché quello scelto non vi piace per niente? Io credo di no. Sarebbe una delusione bella e buona, proprio perché quella scelta era stata fatta con le migliori intenzioni. Certo è anche vero che certi genitori (li definirei strani a dire poco) vorrebbero o riescono a dare nomi “particolari” ai propri figli. Nomi che, purtroppo, condannano ad una vita di derisione il bambino o la bambina scelta. Se ci può essere un motivo, può essere quello di essere originali, cosa che si può comunque fare senza però arrivare a compromettere in modo così ampio la vita di una persona cara. Resta il fatto che di norma i nomi degli altri sono sempre più belli. A me piace il mio, anche perché ormai mi identifico, sono un tutt'uno con esso. Il bandolo della matassa è quello che ognuno dovrebbe, a mio modesto parere, essere orgoglioso, o almeno cercare di non vergognarsi del proprio nome per rispetto nei confronti dei nostri genitori e soprattutto se non si desidera cambiarlo. Mi sembra inutile lamentarsi del proprio nome se poi non si è disposti a cambiarlo. Lo trovo un modo come un altro per essere compatiti. Per chi non è d'accordo con quanto scritto sopra, può semplicemente provare a sostituire il proprio nome con un soprannome o un appellativo. Non sono di certo io a dire cosa deve o non deve fare una persona. Ho solo espresso la mia opinione in tal senso, che spero sarà rispettata, come io rispetto quelle degli altri.

Tuesday, December 21, 2010

Ricordi

I ricordi sono essenzialmente delle registrazioni di momenti della nostra vita. Possono essere piacevoli o meno, ma un ricordo fa parte di noi, delle nostra esperienza, e (nel bene o nel male) ci ha reso la persona che siamo ora. I ricordi possono immortalare emozioni, sentimenti, parole, visioni, persone, oggetti o sogni. Qualsiasi cosa che noi percepiamo attraverso i cinque sensi (più quelli astratti) concreti è un possibile ricordo. La condivisione di ricordi con una persona è un gesto ricorrente che espone una parte di noi stessi. Avere ricordi (quindi esperienze) in comune con un individuo crea un legame indissolubile con esso, a prescindere dal fatto che ci sia o meno un rapporto più o meno intenso. I ricordi non vengono cancellati. Quella macchina enormemente potente che è il nostro cervello memorizza tutto. È anche vero che solo i ricordi considerati importanti vengono mantenuti chiari, mentre quelli vecchi e/o meno importanti vengono offuscati, annebbiati e/o soppiantati da altri. Ma la nostra mente non li cancella. Si tratta solo di mantenere una traccia. Una foto, una canzone, uno scritto, o semplicemente un ricordo altrui può far tornare a galla quel ricordo, con particolari che si pensavano dimenticati. Il trucco è quindi quello di vivere, cercando, ove si desidera, di immortalare qualcosa che in futuro possa risvegliare quel ricordo.

Un grande, indelebile ricordo che spesso mi ritorna in mente è quello delle cavolate, molto divertenti, che abbiamo fatto in quel mitico anno della 2aIA. Spesso parlando con quei compagni si tirano fuori aneddoti che non ricordavo. Da quante ne abbiamo combinate direi che è impossibile ricordarle tutte. Bisognerebbe raccoglierle piano piano, prendendole da tutti quelli che se ne ricordano una. Raccogliendole non faremmo altro che fare ciò che è già stato fatto con la “Costituzione”. Sarebbe un modo per poter ricordare anche cose che ormai si erano scordate. È stato in quell'anno scolastico che si può dire che eravamo una classe, ci divertivamo tutti assieme (o almeno la maggior parte), partecipavamo tutti o quasi tutti a quelle azioni beote di disturbo alle lezioni. Creando questa raccolta, possiamo rendere partecipi, almeno in parte, persone che ormai fanno parte della nostra vita, ma che non hanno vissuto quelle esperienze di persona. Inoltre è sempre piacevole farsi quattro risate. Chi vorrebbe partecipare mi può contattare.

Monday, December 20, 2010

Giudicare

Le persone si trovano spesso a giudicare in fretta. E il giudizio che ne esce è, il più delle volte, errato e “contaminato”. Influenzato dalla mancanza di tempo e dalla mancanza di conoscenze che possono risultare essenziali, contaminato da pregiudizi (presupposto della discriminazione e del razzismo). Un giudizio dato con eccessiva fretta può risultare controproducente e con effetti negativi. Il modo migliore per ottenere come risultato un giudizio obbiettivo è quello di affidarsi ad una analisi accurata degli elementi a disposizione. Se non si crede di averne sufficienti, come accade quasi sempre, non resta altro da fare che raccogliere informazioni. Per raccogliere queste informazioni necessarie all'analisi, è inevitabile il sacrificio di tempo che va fatto. Per questo ritengo di poter dire con certezza che un giudizio obbiettivo (quindi incontaminato e più possibile “giusto”) è impossibile ottenerlo con la fretta.
Di seguito ho inserito un racconto leggero, ma che inquadra sufficientemente l'argomento.
Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra sé pensò: “Ma tu guarda se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già dato un pugno...”. Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: “Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!”. L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà! “Ah!, questo è troppo” - pensò e cominciò a sbuffare indignata. Si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa. Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando, nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero al suo interno. Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell'uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio.
LA MORALE: Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti di un altro senza saperlo? Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!! Esistono 5 cose nella vita che NON si RECUPERANO:
  1. una pietra dopo averla lanciata;
  2. una parola dopo averla detta;
  3. un'opportunità dopo averla persa;
  4. il tempo dopo esser passato;
  5. l'amore per chi non lotta.

Saturday, December 18, 2010

L'Amore: come e perché

Una storiella carina per capire come è nato il sentimento dell'Amore e perchè è così fortemente temuto e ricercato.
Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose: "Si gioca a nascondino?". "Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità. "Nascondino è un gioco.” - replicarono. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.". Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia. "1,2,3.” - la Follia cominciò a contare. La Fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove. "CENTO!” - gridò la Follia - “Comincerò a cercare." La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è l"Amore?". Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l"Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'Amore accettò le scuse. Oggi, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.

Ho imparato

   Ho imparato...
...che nessuno è perfetto...
...finché non ti innamori.
   Ho imparato...
...che la vita è dura...
...ma io di più!
   Ho imparato...
...che le opportunità non vanno mai perse...
...e quelle che lasci andare tu...
...le prende qualcun altro.
   Ho imparato...
...che quando serbi rancore e amarezza...
...la felicità va da un'altra parte.
   Ho imparato...
...che bisognerebbe sempre usare parole buone...
...perché domani forse si dovranno rimangiare.
   Ho imparato...
...che un sorriso...
...è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.
   Ho imparato...
...che non posso scegliere come mi sento...
...ma posso sempre farci qualcosa.
   Ho imparato...
...che tutti vogliono vivere in cima alla montagna...
...ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
   Ho imparato...
...che bisogna godersi il viaggio...
...e non pensare solo alla meta.
   Ho imparato...
...che è meglio dare consigli solo in due circostanze...
...quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
   Ho imparato...
...che meno tempo spreco...
...più cose faccio.
   Nonostante tutto quello che ho imparato...
...mi rimane ancora di più da imparare...
...da solo o in compagnia.

Monday, December 6, 2010

Big match Siena-Milano

David Moss

A confermare la differenza della qualità cestistica (anche se potrebbe sembrare minore agli anni passati) già citata in precedenza, c'è questo risultato dell'anticipo dell'ottava giornata del campionato di Serie A. Alla vigilia l'Armani Jeans arrivava con le assenze importanti (ma che poi non potranno essere usate come attenuanti al risultato) dei tre lituani Petravicius, Pecherov e Maciulis, con la voglia di dimostrare a tutti gli scettici che finalmente ora c'era la squadra per poter battere la Siena rinnovata e confermare le buone prestazioni dell'Eurolega e del campionato. Siena dal canto suo si presentava alla sfida da dominatrice delle ultime due finali contro Milano, con qualche prestazione non propriamente esaltante in Europa e campionato, dove si è vista la differenza di impostazione di gioco e il minor affiatamento della nuova Siena. Siena aveva il compito di confermare la sua supremazia in Italia contro la principale rivale per la corsa al campionato. La conferma è arrivata, e molto più marcata di quanto ci si poteva aspettare. Fin da subito si è capito che Milano non era presenta psicologicamente (qua incolperei soprattutto l'allenatore Piero Bucchi la sua errata gestione della squadra). Inizialmente la partita sembra non tradire le aspettative, con il primo canestro milanese solo dopo un minuto e mezzo (Hawkins ex-Siena), poi questa impressione svanisce. McCalebb segna da tre per il primo segnale della partita (18-12 Siena). I segnali si susseguiranno a raffica per Siena e da parte di Milano ci sarà qualche accenno, troppo raro, di orgoglio e solo da parte di pochi giocatori. Già alla fine del primo parziale di gioco Siena comandava di 11. La storia, ma quel che più ha fatto la differenza, l'atteggiamento di Milano non cambierà per il resto della partita. Fin dal primo segnale senese si è capito chiaramente che l'Armani Jeans era come un agnello di fronte ad un leone affamato, non pronta, impaurita, già sconfitta. Dal canto suo Piero Bucchi (allenatore di Milano) si è limitato ad assistere alla partita come un tifoso che vede perdere la propria squadra (testa reclinata da una parte e mani sui fianchi). Forse non ha capito che l'allenatore deve essere la guida per tutti i giocatori, deve scuoterli nei momenti di blackout, in questa partita troppo frequenti, deve dire ai giocatori cosa fare e come reagire. Il vero allenatore (vedi Simone Pianigiani) chiama timeout anche nel finale di partita e sul +30 e urla ai giocatori che si deve giocare al massimo fino alla fine. Il vero allenatore non stravolge le rotazioni e non fa giocare tre giocatori con poca esperienza e giovani, in una partita così importante, addirittura alla fine del primo quarto (Bucchi con Ganeto, Nardi e Melli..)! Nel secondo parziale la musica non cambia con Siena che dominerà e si porterà a metà partita con un vantaggio di 24 punti (51-27). Da notare è la difesa di David Moss (Siena) su David Hawkins (Milano), che gli ha letteralmente messo la museruola. Altro fatto grave, è l'abbandono di Livio Proli (presidente) della squadra da lui costruita già a metà del terzo quarto. A fine partita si ricorderanno le tipiche accelerazioni di Bo McCalebb, ma la sua prestazione in generale (23 minuti, 24 punti, 7/9 da 2, 6 falli subiti, 5 rimbalzi, 6 assist, 4 recuperi e 0 palle perse!). Da notare il ritorno di Stonerook, la solida prestazione di Lavrinovic e di Kaukenas. A fine partita non resta altro che il ricordo del dominio di Siena, e la batosta subita da Milano. 
Ecco i tabellini:
Arbitri: Fabio Facchini, Gianluca Mattioli, Gianluca Sardella
Impianto: PalaEstra (Siena)
05-12-2010
Finale
II°
III°
IV°
99
25
51 (26)
75 (24)
99 (24)
67
14
27 (13)
41 (14)
67 (26)
Legenda: Pt=punti, Min=minuti, Fal=falli, TL=tiri liberi, Rim=rimbalzi, Pp=palle perse, Pr=palle recuperate, As=assist, Val=valutazione
Squadra: Montepaschi Siena Allenatore: Simone Pianigiani
Giocatore Pt Min Fal 2pt % 3pt % % TL Rim Pp Pr As Val
McCalebb Bo
24
23
2
77,8
100
87,5
5
0
4
6
39
Zisis Nikolaos
2
18
0
0
0
100
2
0
2
3
10
Carrareto Marco
6
17
2
100
0
100
2
0
3
1
9
Rakovic Milovan
2
20
2
33,3
0
0
1
0
0
2
1
Lavrinovic Ksistof
16
20
2
66,7
100
83,3
3
1
0
1
16
Kaukenas Rimantas
18
23
4
83,3
40
100
1
2
1
2
14
Ress Tomas
5
16
2
66,7
0
50
1
1
1
2
5
Michelori Andrea
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Monaldi Diego
3
1
0
0
100
0
0
0
0
0
3
Stonerook Shaun
5
24
4
66,7
0
100
6
1
3
0
7
Aradori Pietro
9
14
0
66,7
50
100
3
0
0
1
12
Moss David
9
24
3
50
100
100
5
3
2
3
14
Totale
99
200
21
67,5
35
88,9
32
8
24
21
142
Legenda: Pt=punti, Min=minuti, Fal=falli, TL=tiri liberi, Rim=rimbalzi, Pp=palle perse, Pr=palle recuperate, As=assist, Val=valutazione
Squadra: Armani Jeans Milano Allenatore: Piero Bucchi
Giocatore Pt Min Fal % 2pt % 3pt % TL Rim Pp Pr As Val
Mancinelli Stefano
13
30
1
33,3
50
0
3
1
2
1
9
Mordente Marco
5
27
5
66,7
0
50
2
3
1
3
2
Finley Morris
9
24
3
42,9
0
75
3
1
0
2
8
Jaaber Ibrahim
8
25
4
75
0
100
1
6
2
0
0
Rocca Mason
10
22
2
60
0
57,1
9
2
2
0
17
Melli Nicolò
2
16
3
20
0
0
5
3
1
0
-2
Cacace Giacomo
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Ganeto Gabriele
0
11
1
0
0
0
3
1
0
1
2
Van Den Spiegel Tomas
10
16
3
60
0
100
3
0
0
0
12
Nardi Roman Mike
3
3
2
0
100
0
0
3
0
0
-2
Hawkins David
7
26
0
75
0
50
2
4
1
1
5
Totale
67
200
24
51,3
25
71,4
34
24
9
8
54

Wednesday, December 1, 2010

Eurolega


Noi italiani amanti del basket possiamo seguire le tre italiane In Eurolega grazie a Sportitalia. Mi sono visto la maggior parte delle partite che finora hanno giocato Milano, Siena e Roma. La Lottomatica alterna momenti di grande basket a momenti dove non gioca nemmeno a basket. Le loro vittorie sono date in base alla serata. Hanno bisogno di trovare un leader che trascini la squadra nei momenti bui. I giocatori li hanno, più o meno in tutti i ruoli, ma manca una figura che li aiuti ad uscire in quei blackout (specialmente offensivi) che si trovano a dover affrontare ogni partita. A livello italiano posso dire la loro per i primi tre posti se riescono a trovare continuità. A livello europeo possono arrivare alle top 16. L'Armani Jeans invece in Italia ha visto solo una volta la sconfitta. In Europa soffre un po' di più sotto le plance, ricordiamo l'assenza di Pecherov e ora di Maciulis, dove le avversarie sono ben attrezzate. Il gioco di Milano comunque risulta molto ben organizzato, e ho visto una certa propensione a uscire da parziali sfavorevoli e a reagire. Una mentalità sicuramente più solida e costante rispetto a Roma. La Montepaschi, che ha rinnovato i quattro quinti dello starting five, piano piano sta ingranando e trovando il giusto equilibrio. Lavrinovic entrando dalla panchina sembra aver recuperato dai problemi delle scorse stagioni, McCalebb con le sue accelerazioni non sta facendo rimpiangere Mc Intyre (che in Eurolega trascinava Siena) e Rakovic che quando non ha problemi di falli lavora benissimo in difesa sui lunghi avversari e a difendere sui pick'nroll. Poi vengono i "vari" Kaukenas, Moss, Stonerook, Zizis, il reparto italiano (Carrareto, Ress, Aradori e Michelori) che sta crescendo molto bene. Siena per me rimane la favorita in Italia, anche se la differenza degli scorsi anni con Milano si è assottigliata. In Europa Milano e Siena devono partecipare alle top 16, e poi Siena può giocare per raggiungere e forse vincere la finale.

Licia Troisi

Leggende del Mondo emerso
Uscito da poco l'ultimo libro della saga "Leggende del Mondo emerso" dell'autrice fantasy italiana più famosa Licia Troisi. Non me lo sono lasciato di certo sfuggire quando l'ho visto. Per ora comunque rimango dell'idea che le varie serie della Troisi siano andate sempre più calando. I migliori rimangono "Le cronache del Mondo emerso", per le descrizioni e il modo in cui ti coinvolgeva nelle battaglie e nella trama anche leggermente passionale dei protagonisti. "Le guerre del Mondo emerso" invece si è rivelato più una continuazione della saga precedente e solo la curiosità e l'originalità, presente grazie alla setta e ad uno stile più di spionaggio che di vera azione, mi ha convinto a leggere. Sempre legato al Mondo emerso sono uscite poi le "Leggende del Mondo emerso", ovvia continuazione della vita di questo piccolo mondo, diviso in regioni e ora minacciato in un modo nuovo, con un'epidemia. E una sottile differenza tra la classica lotta tra bene e male la troviamo nel fatto che l'antagonista viene ben considerato e la protagonista (tipicamente femminile nei libri della Troisi) è una creatura creata artificialmente. Altra saga, di poco successo rispetto alle precedenti, è quella de "La ragazza drago", storia ambientata nel mondo moderno, in Europa, e dove i draghi vengono nuovamente visti come personaggi buoni. Si rivede un po' la vicinanza tra drago e uomo (come avviene con Paolini e il suo "Ciclo dell'eredità"), anche se in modo diverso dalle precedenti. I draghi sono diventati parti integranti di pochi umani e al momento giusto si risveglieranno per combattere il male, le viverne. Storia a lunghi tratti noiosa.

Cronache del Mondo emerso
Guerre del Mondo emerso

Inverno

Inverno inoltrato. Questo periodo della stagione si è dimostrato spesso come in tanti sperano che sia: nevoso. Le persone riescono ad andare oltre a quelli che sono i disagi provocati dalla neve, come il traffico sulle strade, l'eventuale impegno di doverla spostare, e si concentrano invece sulla magia che provoca. Una magia unica, vedere un fiocco di neve e sapere che di lì a poco inizierà a nevicare, e tutto si colorerà di bianco e tutti i ritmi frenetici della città rallenteranno, volenti o nolenti. Una magia che incanta tutte le persone. In modo diverso l'una dall'altra, ma tutti rimaniamo, più o meno, attratti da questo evento. Io sono stufo di dover restare a casa perché nevica. Ma non posso mettere in discussione che amo tuffarmici dentro.

Welcome

Quante volte si vorrebbe sentirselo dire? E quante volte lo avete sentito? Io personalmente poche. Sono nettamente maggiori le volte che mi hanno dimostrato di essere il benvenuto. Io vi vorrei invitare a frequentare questo blog per poter scambiare opinioni e restare in contatto. Mi risulta impossibile, per la scuola e il relativo tempo che richiede, frequentare tutte le persone che vorrei. Tralasciando le persone che mi vedono tutti i giorni a scuola, e non so come facciano a sopportarmi, con gli altri vorrei poter condividere maggior tempo. Non riuscendo a trovarlo vorrei poterlo condividere almeno qua. Qualunque richiesta è ben accetta.
Intanto vi faccio i miei migliori auguri e vi saluto.