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Sunday, December 18, 2011

NBA preseason day 2

Seppur sia la seconda notte di preseason, c’erano molte prime volte. Prime partite per tutte le squadre, primi minuti, punti, assist, partite per molti giocatori. Prime visioni di cosa può riservare il futuro o nomi già conosciuti che si dimostrano in forma, o meno.

Iniziamo con il derby della Grande Mela, il primo dei due previsti prima dell’inizio della stagione regolare. Dopo una partenza dove Morrow segna 7 punti, come tutti i Knicks, su 9 totali dei Nets, si iniziano a notare alcune cose. Deron Williams (9 con 6 assist e 6 palle perse), nonostante abbia giocato in Europa, non sembrava tanto attento al gioco, Lopez da doppia doppia (15 più 11), ma non in piena forma nei movimenti, mentre Anthony (17 punti in tre quarti) e Stoudemire (10 con 6 rimbalzi) sembrano essere più pronti. Chandler, alla sua prima partita, gioca bene coma sa fare in difesa, prende pochi rimbalzi, ma perché c’erano Fields (che inizia tirando 3/3 senza poi segnare altro), Douglas e Amare. É solo l’inizio. La vera differenza viene fatta dalla panchina dei Knicks. Iman Shumpert (16 punti), Rookie, e Renaldo Balkman (20 punti con 7/10 al tiro) è una gradita sorpresa, che segna 7 punti in fila all’inizio dell’ultimo parziale con cui i Knicks allungano definitivamente.
Risultato finale: 92-83
New York Knicks

Andiamo in Texas, Spurs ridimensionati, senza Duncan e Parker, ospiti a Houston. Partita mai in discussione. Rockets sempre in vantaggio fino alla fine. In doppia cifra per gli speroni Splitter, Blair, Bonner e l’immortale Ginobili (13, 16, 12 e 16). Sponda Houston invece si mette in evidenza il conosciuto Scola (20 punti). Non mancano le doppie cifre dalla panchina, Dragic con 11 e Williams con 14 punti e 9 rimbalzi. Chi invece si fa notare più di tutti con la sua doppia doppia è Jordan Hill (17 più 13 al termine).
Risultato finale: 87-101
Houston Rockets

Nella California giocavano invece Kings e Warriors. Fredette, decima scelta dell’ultimo draft per Sacramento, parte titolare e segna 21 punti con 7/11 dal campo e 4/6 dalla distanza, sua specialità. Altri quattro sono i suoi compagni in doppia cifra, tra cui Thornton e Evans (21, 17 con 7 assist). Per Golden State invece abbiamo 4 dei titolari in doppia cifra, Ellis, Curry, Lee e Wright (18, 22, 16 con 8 rimbalzi, 11). Dalla panchina Udoh con 10.
Risultato finale: 96-107
Golden State Warriors

Finalmente arriviamo al match che più mi interessava. Wolves che ospitavano i Bucks, con una buona presenza di giovani talentuosi. Per Milwaukee è il momento del ritorno in campo per Bogut, dopo il brutto infortunio subito alla mano, titolare, con 9 punti e 6 rimbalzi in 26 minuti. Top scorer per i Bucks però sarà il Rookie Jon Leuer, dalla panchina con 18 punti. Dall’altra parte abbiamo molti giovani che si sono fatti vedere. Il Rookie Derrick Williams entra dalla panchina per segnare 14 punti con 8 tiri, tanti quanto il nuovo arrivato, con l’anello al dito da Dallas, J.J. Barea. Top scorer dell’incontro saranno Beasley, 21 punti con 6 rimbalzi e il solito Love (Mr. double-double) che ai 21 punti aggiunge 15 sontuosi rimbalzi. Il tanto discusso Rookie spagnolo, Ricky Rubio fa vedere perché i compagni amano giocare con lui. Passaggi precisi, sia negli spazi che nel tempismo. Deliziosi. Entrando dalla panchina chiuderà con 6 punti, 6 rimbalzi, 7 assist, 2 recuperi e solo 1 palla persa, per un’ottima regia e ottime assistenze ai compagni, Love in primis. Da ricordare la migliore giocata della notte, passaggio al bacio di Rubio per l’alley-oop di Williams. Tra Rookie ci si intende bene direi.
Risultato finale: 96-117 Minnesota Timberwolves

Saturday, December 17, 2011

NBA is back

L’NBA e tutto il suo fantastico mondo è tornata. Show, business, ma soprattutto grande basket. La preseason è iniziata questa notte con 4 partite: i Pistons ospitavano i Cavs, Phila giocava contro i Wizards, i rimaneggiati Hornets a Memphis e (un remake playoff, seppur primo turno) i Bulls dai Pacers.

Cleveland batte Detroid grazie alla prima scelta del draft 2011, Kyle Irving. Irving entra dalla panchina ma sarà il secondo migliore realizzatore della notte, la sua prima notte, con 21 punti in 27 minuti scarsi. Dall’altra parte in evidenza Ben Gordon con 17 punti, un Monroe da 12 più 13 e soprattutto Austin Daye con 18 punti, 6 rimbalzi e 5 stoppate.
Risultato finale: 91-87
Cleveland Cavaliers

Washington ospitava i 76ers. Nella serata no di Iguodala, terminerà con 0 punti e 7 tiri in 20 minuti, ci pensa la panchina a portare la squadra ad una vittoria con uno scarto di 25 punti. Oltre a Brand, Hawes e Holiday (11, 14 più 9 e 12 rispettivamente), avranno Evan Turner con 16 punti e 7 rimbalzi e l’MVP della partita, un Louis Williams da 19 punti con 7/10 dal campo in 20 minuti tondi. Sull’altra sponda solo Blatche in doppia cifra, con 18 punti, mentre McGee sfiora la doppia doppia con 9 e 8. Wall avrà solo la miglior giocata della notte a conforto.
Risultato finale: 103-78
Philadelphia 76ers

Passiamo dove ci sono gli orsi e troviamo i calabroni a dominarli. Vittoria per 97 a 90. Belinelli parte titolare e gioca quasi 30 minuti. Come Jarret Jack, con l’unica differenza che segna solo 9 punti contro i 24 (top scorer della notte), a cui aggiunge 6 assit e 6 rimbalzi del play Hornets. Degna di nota il buzzer beater di Zach Randolph alla prima sirena con l’unica tripla, tentata e segnata, della sua partita. Rudy Gay si è ripreso dall’infortunio giocando 25 minuti abbondanti per 15 punti.
Risultato finale: 97-90
New Orleans Hornets

Arriviamo infine nell’Indiana, dove sono ospiti i Bulls. Remake del primo turno ad Est degli scorsi playoff. Indiana, memore quella serie dove Rose dominò, parte subito a razzo con un parziale di 6-0 e 2 falli commessi da Rose nel primo minuto e 47. Il massimo vantaggio verrà toccato a 5 minuti dalla prima sirena con 21-9 per Indiana. Il quarto terminerà 33-22 Pacers. Tutti gli starter di casa andranno in doppia cifra, con Hansbrough e George in doppia doppia. D’altro canto i Bulls oltre a Noah, Rose e Deng, hanno anche una certa panchina. 15 per Watson e 12 per Gibson, a cui basta il secondo parziale per portarsi avanti 52-47 per poi controllare nella restante metà della partita.
Risultato finale: 95-86
Chicago Bulls


Saturday, November 26, 2011

Lockout NBA finito!

L'NBA riparte.

Sembra che ci sia un’intesa tra giocatori e proprietari. La probabile soluzione sarebbe: stagione ridotta, da 66 partite (invece che 82), con primo incontro il 25 dicembre. Dopo 149 giorni di digiuno, tutti dicono: “Era ora!”.
Dopo 15 ore di meeting, la mattina alle tre di New York, si è trovato un accordo. Naturalmente prima di ufficializzare è necessaria la votazione dei proprietari e dei sindacati (dove basta la maggioranza semplice), che però appare come una formalità.
L’accordo è sommario, ci sono ancora delle questioni da limare. Si partirà il giorno di Natale, ogni squadra disputerà 66 partite invece delle 82 canoniche. Ora tutto il movimento si rianima. Il sindacato ritirerà l’azione legale nei confronti della NBA, a cui seguirà la votazione generale dell’accordo di massima. Sorprese a parte, c’è bisogno del “sì” da parte del 50% +1 dei giocatori e dei proprietari (dei quali servono solo 15 su 29 perché i New Horleans Hornets sono controllati direttamente dall'NBA). Il commissioner Stern crede che i proprietari approveranno nella giornata di sabato, per i giocatori è un po’ più complicato. Salvo inaspettati ritardi, il 9 dicembre inizieranno i training camp.
L’accordo per la divisione della “torta” sembra essere del 50-50 (anche se sembra che alla fine i giocatori abbiamo ottenuto una frazione in più dei proprietari).
Ci saranno delle ovvie corrrezioni al calendario. Quest’ultimo però si aprirà con la visita dei Boston Celtics ai New York Knicks, incontro al quale seguirà il rematch della finale tra Miami e Dallas. Infine, a chiudere la giornata, la sfida tra i Los Angeles Lakers e i Chicago Bulls dell'MVP Derrick Rose.

Monday, January 10, 2011

Power ranking 3 gennaio

Per questo power ranking di inizio anno mi limiterò a fare l'elenco delle squadre, il loro miglioramento e il record, aggiornato al 10 gennaio.
Le squadre che hanno ottenuto i maggiori miglioramenti in questa speciale classifica sono i Chicago Bulls, con il ritorno di Carlos Boozer, e i San Antonio Spurs, che continuano a sorprendere con la loro marcia da record, con ben tre posizioni guadagnate. Chi invece è sceso maggiormente sono: la squadra dal peggior record dello scorso anno, i New Jersey Nets, New York Knicks, senza Gallinari, e Dallas Mavericks, senza Butler, ma soprattutto senza Nowitzki, con le tre posizioni perse.

Squadra

W (vinte)
L (perse)
1
San Antonio Spurs
3
31
6
2
Miami Heat
1
30
9
3
Boston Celtics
1
28
8
4
Dallas Mavericks
3
26
10
5
Orlando Magic
2
25
12
6
Chicaco Bulls
3
24
12
7
Los Angeles Lakers
2
27
11
8
Utah Jazz
2
25
13
9
Oklahoma City Thunder
1
25
13
10
Denver Nuggets
2
20
16
11
New Orleans Hornets
=
22
16
12
Atlanta Hawks
1
25
14
13
New York Knicks
3
21
15
14
Portland Trail Blazers
1
20
18
15
Houston Rockets
1
16
21
16
Memphis Grizzlies
2
17
20
17
Philadelphia 76ers
=
15
22
18
Phoenix Suns
2
15
20
19
Milwakee Bucks
=
14
21
20
Golden State Warriors
1
15
22
21
Indiana Pacers
1
14
20
22
Toronto Raptors

13
24
23
Los Angeles Clippers
2
12
24
24
Charlotte Bobcats
2
13
21
25
Detroit Pistons
2
12
24
26
Minnesota Timberwolves
1
9
29
27
New Jersey Nets
3
10
27
28
Sacramento Kings
1
8
26
29
Washington Wizards
1
9
26
30
Cleveland Cavaliers
=
8
29

Sunday, January 9, 2011

Power ranking 27 dicembre

  1. Dallas Mavericks: (+4). I texani stanno attraversando un periodo d'oro. Le ultime partite senza Nowitzki e Butler, comunque vincenti, hanno dimostrato che creano un gioco molto efficacie. Jason Terry segna con continuità tiri importanti, in minuti decisivi (gli ultimi cinque minuti, con sei o meno punti di scarto). Kidd dimostra una volta di più di essere ancora uno dei migliori playmaker nella lega, nonostante la sua età.
  2. Boston Celtics: (-1). Nonostante gli infortuni il coach Doc Rivers trova sempre il modo per far giocare bene la squadra. Tutti i giocatori si impegnano a fondo e fanno quello che gli viene richiesto. I risultati si vedono, si vince spesso.
  3. Miami Heat: (+1). Fintanto che le tre stelle giocano al altissimi livelli senza pestarsi i piedi, gli altri giocatori di Miami possono anche non fare molto. Io rimango scettico al riguardo. Per ora questa formula sembra funzionare.
  4. San Antonio Spurs: (-2). I veterani hanno già iniziato a rallentare, o è solo una breve flessione? Solo il tempo potrà dirlo. Intanto rimangono ai livelli dei Bulls di Jordan da record con 70 vittorie finali. Direi che non è male come ritmo!
  5. Los Angeles Lakers: (-2). L'impressione sembra quella di una squadra svogliata, che considera non importanti le partite di regoular season. Il tempo ci confermerà o contraddirà questo momento così così dei campioni in carica.
  6. Utah Jazz: (+1). Questa squadra senza Okur (infortunio) e al posto di Boozer, il giovane Jefferson, sta facendo bene. Ha conquistato la quinta piazza della NBA e ha permesso a Jerry Sloan di superare Pat Riley nella lista degli allenatori più vincenti di sempre.
  7. Orlando Magic: (+2). Con lo scambio che riporta Hedo a Orlando in cambio di Gortat (unico cambio di Howard) e Carter, i Magic sembrano aver subito ingranato la marcia giusta. Turkoglu è tornato ai livelli dell'anno delle finali contro i Lakers, mentre le altre “pedine” (Gilbert Arenas e Jason Richardson) sembrano integrarsi bene, tanto da riuscire a battere Celtics e Spurs in breve tempo.
  8. Oklahoma City Thunder: (-2). Statistiche alla mano, stanno facendo meglio della scorsa stagione da playoff. Era prevedibile, ma se ci concentriamo bene notiamo che quando invece che correre, ragionano in attacco hanno un record di 11-2.
  9. Chicaco Bulls: (-1). Con il ritorno di Boozer, seppur perdendo Noah, tutta la squadra gioca meglio. Deng sembra esser tornato ai livelli di qualche stagione fa e Derrick Rose ha trovato un compagno con cui poter infiammare il parquet con i loro giochi a due.
  10. New York Knikcs: (+1). L'attacco e Stoudemire hanno rallentato un po', ma qualche vittoria arriva comunque. Ora Gallinari si è infortunato, ma starà fuori solo qualche settimana. Intanto Felton e Chandler sembrano dei giocatori quasi da All Star Game. Finché giocano così possono solo fare bene.
  11. New Orleans Hornets: (+1). Hanno decisamente rallentato dopo l'inizio migliore di tutti. Belinelli alterna serate con buone percentuali e con statistiche in doppia cifra a partite con pessime percentuali che rallentano la squadra. Paul è il leader per le palle rubate ed è terzo per gli assist, ma ciò non dovrebbe sorprendere per niente.
  12. Denver Nuggets: (-2). I Nuggets hanno giocato senza Carmelo Anthony e perso quattro su cinque incontri. I ragazzi di George Karl non sembrano in grado di competere con le squadre da media classifica senza Melo.
  13. Atlanta Hawks: (=). Senza Joe Johnson le aquile della Georgia hanno trovato comunque un loro equilibrio in attacco. Per questo si ritrovano ad essere costanti e allo stesso punto di inizio stagione.
  14. Houston Rockets: (+2). Dopo l'inizio disarmante, la perdita di Yao Ming per l'intera stagione e l'assenza di Aaron Brooks, i Rockets hanno iniziato a vincere qualche partita, a giocare ogni tanto. Tutto ciò non basta per tagliare il traguardo dei playoff, soprattutto ad Ovest, ma sarà necessario aspettare il ritorno di Brooks, che supporterà Martin e Scola.
  15. Portland Trai Blazers: (=). Con la squadra della sfortuna, se così vogliamo chiamare le scelte dei giocatori spesso ai box, c'è poco da aspettarsi, se non almeno mantenere questo ritmo.
  16. Phoenix Suns: (-2). I Suns sono in una striscia di tre sconfitte per la terza volta in stagione. Ma ciò che differenzia le altre da questa è il programma NBA. Ora giocheranno nove partite critiche. Saranno sette in casa, di cui cinque con squadre dal record vincente e l'ultima contro i Blazers (ottavi ad Ovest).
  17. Philadelphia 76ers: (=). Dai risultati non si direbbe ma con qualche partita senza Iguodala, Meeks e Holiday si sono resi assoluti protagonisti, pur non vincendo, di partite tirate. La franchigia spera che i due giovani continueranno a giocare così, o addirittura meglio.
  18. Memphis Grizzlies: (+1). Con la rottura ormai imminente della squadra con Mayo, si deciderà di cambiare qualcosa, puntando su Conley Gay e Gasol come giovani. Dovranno stare attenti a sfruttare bene questa opportunità di scambio e prendere le giuste pedine.
  19. Milwakee Bucks: (+1). Senza Jennings e Gooden il resto della squadra sta faticando ma sta anche portando vittorie importanti per il record finale e un buon posizionamento a fine stagione. Bogut è tornato al 100% dall'infortunio, Boykins gioca veramente bene, e Roberts sta attraversando un ottimo periodo.
  20. Indiana Pacers: (-2). Se i Pacers non tirano bene, è risaputo che perdono. In questo periodo non riescono più ad ottenere quelle prestazioni fenomenali di inizio stagione, per questo le vittorie stentano a venire.
  21. Golden State Warriors: (+4). Monta Ellis è tornato. E si sente, a dir poco! In una settimana ha fatto registrare quasi 40 punti, 7 assist e 3 rubate di media. Curry lo aiuta molto egregiamente e si toglie un po' di pressione a quei giocatori che dovevano segnare o costruire in sua assenza. Per questo sono la squadra che più ha scalato il power ranking. Ringraziate Ellis.
  22. Toronto Raptors: (-1). Senza Bargnani (miglior realizzatore della squadra), Toronto fatica di più a vincere. Calderon si carica di responsabilità e riempie di assist i compagni, DeRozan segna e corre molto volentieri. Fra poco però arriverà una serie importane di quindici partite, di cui 11 esterne.
  23. Detroit Pistons: (-1). McGrady ha giocato un paio di partite da stella. Prince e Hamilton giocano bene. Ma ribadisco che se vuoi ricostruire una squadra non puoi farlo da quei giocatori. I risultati sono comunque molto insufficienti.
  24. New Jersey Nets: (=). In estate hanno ingaggiato Jordan Farmar (ex Laker) da Free Agent e ora scambiano un lungo fuori rotazione per Sasha Vujacic sempre dai Lakers. Appena arrivato ci ha messo una sola settimana per ambientarsi e iniziare a tirare come sa fare.
  25. Los Angeles Clippers: (+1). Finalmente i Clippers iniziano a vincere, e il motivo sta nel fatto che finalmente Eric Gordon gioca decentemente. Griffin rimane impressionante, ma Gordon sta segnando la metà dei tiri che prova, che producono 21 punti di media nell'ultimo periodo. Come ho già detto se per caso si aggiunge un altro o un altro paio di giocatori (Davis, Kaman e Favors) questa squadra potrà fare bene.
  26. Charlotte Bobcats: (-3). Larry Brown è stato esonerato da Micheal Jordan. Sarà anche stata una rottura consensuale, ma ciò implica un periodo di rodaggio per un nuovo coach. Così è spiegato il salto in basso in classifica e le poche vittorie.
  27. Minnesota Timberwolves: (=). Kevin Love offre ancora numeri da capogiro, ma ultimamente anche Beasley e Ridnour offrono alla causa minuti importanti nelle frazioni decisive. Piano piano, ma molto lentamente, i lupi del Minnesota sembrano migliorare.
  28. Washington Wizards: (+1). Con il ritorno di Wall si creano molti miss-match. La partenza di Arenas l'avevamo prevista. Ora Wall dovrà cercare di ricostruire con i risultati una franchigia a pezzi. E dovrà farlo nell'anno da matricola. E per farlo dovrà dimostrare e confermare di essere quel giocatore dominante visto al college.
  29. Sacramento Kings: (+1). L'ultima squadra in classifica fatica molto a vincere per vari motivi. Evans non sta giocando neanche lontanamente come sa fare, e l'unico centro vero scelto al draft Cousins sembra impaurito dal mondo NBA.
  30. Cleveland Cavaliers: (-2). I “traditi” di Cleveland dovranno stare attenti a giocare sempre al massimo per poter vincere qualche partita, se non vogliono essere superati da tutti in classifica. Questa stagione comunque sarà un disastro, chissà il perché..

Sunday, December 26, 2010

Power ranking 13 dicembre

  1. Boston Celtics: il settimo attacco della lega, ma soprattutto la miglior difesa fanno sì che i vice campioni siano la squadra più in forma. The Diesel ha trovato la sua dimensione all'interno delle rotazioni della squadra, che nonostante i problemi degli infortuni (Perkins, Rondo, O'Neal J., West) trovano il giusto equilibrio per il raggiungimento della vittoria. Ricordiamo che Robinson ha trascinato in un paio di occasioni la squadra, sostituendo egregiamente il vero playmaker della squadra (Rondo).
  2. San Antonio Spurs: con il miglior attacco e “solo” l'ottava difesa, San Antonio, in contro tendenza alle stagioni passate, ha cominciato subito con il giusto approccio alla partita. Tim Duncan sta passando la sua peggior stagione della carriera. I veterani texani (Duncan, Ginobili e Parker) sembrano aver ritrovato l'energia dei bei tempi.
  3. Dallas Mavericks: il perno della squadra è indiscutibilmente Dirk Nowitki. Nella stagione dove vinse il titolo di MVP tirò con il 50%, mentre ora sta tirando con il 56% dal campo. Fintanto che Chandler riuscirà a non infortunarsi e a mantenere questo stato di forma le previsioni di Dallas sono rassicuranti.
  4. Los Angeles Lakers: alternando partite con la giusta mentalità e altre con leggerezza, si ritrovano con un record di 17-7. Nelle vittorie spiccano sempre gli stessi nomi, Bryant, Gasol e Odom. Il grande assente, per la riabilitazione al ginocchio, è Andrew Bynum. Ora la panchina, che già gli scorsi anni faceva la differenza, sembra ancora più solida con gli innesti estivi di Steve Blake (che sostituisce Jordan Farmar e porta esperienza e regia affidabile) e Matt Barnes (che porta un ulteriore specialista difensivo più rapido di Artest, e un affidabile tiratore di carattere).
  5. Miami Heat: nonostante l'inizio di stagione, a mio parere prevedibile, con addirittura già 8 sconfitte su 17 partite, ora la squadra inizia a trovare il giusto equilibrio con le sue tre stelle (Wade, James e Bosh). Una caratteristica fondamentale, che sarà decisiva al fine di poter competere con le big, è la mancanza della panchina intesa come giocatori di spicco e come allenatore.
  6. Oklahoma City Thunder: in questo inizio di stagione i giovani Thunder hanno scoperto come giocare senza la principale stella (Durant), trovando in Westbrook il trascinatore. Ulteriori progressi sono stati fatti da Ibaka e da Jeff Green. Pur non avendo una panchina sufficientemente lunga o di qualità, riescono a trovare un gioco costante e spesso molto efficacie.
  7. Utah Jazz: con l'asse Williams-Boozer che si è sciolta, molti erano gli scettici riguardo all'arrivo di Al Jefferson. Si è rivelato, dopo il periodo di assestamento, un buon acquisto. Il ritorno di Millsap, Miles e Kirilenko sono stati fondamentali per ottenere questi risultati, che potranno ancora migliorare con il ritorno di Okur.
  8. Orlando Magic: sono attardati anche per i vari infortuni di giocatori chiave come Nelson e Howard. Comunque i Magic non sembrano in grado di ripetere il gioco che avevano con Hedo Turkoglou nel 2008, anche perché Lewis non tira più con percentuali decenti, Carter gioca solo a tratti e Howard non è più così decisivo (con azioni in post alternate allo scarico) proprio perché i tiratori non segnano più così spesso.
  9. New York Knicks: dopo un inizio tutt'altro che convincente, i Knicks sembrano essere entrati nell'ordine delle idee di cosa bisogna fare per giocare bene. Amare gioca ad altissimi livelli, Felton in un buon periodo mette ordine, Chandler sembra un altro giocatore (in positivo), Gallinari si adegua di partita in partita, passando o segnando all'occorrenza. D'Antoni sembra aver finalmente trovato una buona chimica di squadra.
  10. Atlanta Hawks: nell'estate sono riusciti a trattenere Joe Johnson, ma non sono riusciti ad aggiungere un pezzo che potesse farli ufficialmente entrare nel circolo delle big. Sono una buonissima squadra, ma sono già due o tre anni che girano attorno alle stesse basi, e escono dai playoff presto. È chiaro che così non arriveranno mai a vincere, ma si limiteranno a fare spettacolo, che gli riesce molto bene.
  11. Chicago Bulls: l'inizio di stagione è stato condizionato dall'assenza del nuovo acquisto Carlos Boozer. Il leader della squadra è chiaramente Derrick Rose, con Noah che è veramente efficacie sotto le plance. Con l'arrivo d Boozer i tori avranno una spinta uteriore sotto canestro, e un'arma migliore dell'asse Rose-Noah sui pick'nroll. Una squadra da playoff, ma con poca panchina.
  12. Denver Nuggets: con il ritorno di Karl in panchina, la squadra alterna del buon basket a dei cali di concentrazione. Con la parabola discendente di Billups, quella di Lawson continua a salire esponenzialmente. Melo sembra a tratti distratto e scontento della situazione (unico big a non aver cambiato squadra o con aggiunte significative). Denver rimane una squadra solida, ma avrà bisogno di muoversi sul mercato per poter pensare di competere nei playoff.
  13. New Orleans Hornets: dopo lo strabiliante inizio di stagione con undici vittorie su dodici partite, la squadra ha perso un po' la via, perdendo otto delle successive undici. Con il ritorno di Paul c'è sicuramente un'organizzazione migliore. Okafor sembra aver capito che quando CP3 penetra in area, è conveniente seguire il movimento per un probabile passaggio. David West ora potrà dividere la responsabilità di realizzatore con Paul. In estate sono arrivati Ariza (difensore e atleta), Belinelli (a detta di Paul, “quello che cercava da tempo”), mentre a stagione in corso si è effettuata una trade che porta Bayless (giovane talento su cui gli Hornets non volevano puntare) e Peja (che sta invecchiando a dir poco) in cambio di Jack (in modo da avere un cambio per Paul) da Toronto.
  14. Indiana Pacers: un inizio di stagione ambiguo. Se da una parte Indiana ha vinto contro gli Heat, contro i Lakers e altre partite realizzando almeno la metà dei tiri tentati dal campo, dall'altra si nota che se la squadra non è in serata, si hanno delle serie difficoltà a giocare. Roy Hibbert sembra aver trovato una sua dimensione sotto canestro, Ford ha capito che non deve esagerare, e i vari Foster, Collison, Rush, McRoberts, Posey danno qualità al gioco. Il punto saldo della squadra rimane Danny Granger.
  15. Portland Trai Blazers: sono anni ormai che Portland è l'eterna promessa, composta da giovani giocatori di talento. Il problema è che ormai non sono più così tanto giovani, e che sono in molti ad avere troppo spesso problemi di infortuni. Cominciando da Brandon Roy (che si porterà dietro per sempre i suoi problemi ai menischi), si passa per Przybilla e Oden (i due lunghi spesso ai box, con Oden che è stato prima scelta), Camby (ha sempre avuto problemi fisici e non gioca mai a pieno regime) e si arriva a Fernandez (che è pure scontento e se ne vuole andare) e Miller (per fortuna il più delle volte sta bene). L'unico che sembra essere costante è Aldridge, che però non è certamente una stella. Con questi problemi di infortuni è sempre un azzardo spendere parole su di loro nel lungo periodo.
  16. Phoenix Suns: con un ringiovanito Steve Nash e un Goran Dragic che per certi momenti sembra poterlo sostituire egregiamente, i Suns e Gentry hanno trovato uno stile più difensivo rispetto al periodo di D'Antoni. Ci sono ancora molti tiratori (imbeccati da un ottimo playmaker), ma mancano dei lunghi veri. Ci sono i rimbalzisti, ma Lopez non basta per poter tenere testa ad un centro vero.
  17. Memphis Grizzlies: in estate nessuna aggiunta di rilievo, ma anche nessuna perdita. I Grizzlies si presentano al via con un roster conosciuto. Marc Gasol continua a crescere, Randolph sperano che continui sulla strada della scorsa stagione, Conley e Mayo si prendono sempre più responsabilità e Gay rimane sempre un giocatore con potenzialità che non riesce però a dimostrare con continuità.
  18. Houston Rockets: l'inizio non è stato esaltante, anche perché Brooks ha saltato molte delle prime partite, Ming non gioca più di metà partita e gli unici a tenere a galla la squadra nei momenti importanti sono Martin (nuovo arrivo da Sacramento) e Scola (una vecchia conoscenza di immensi fondamentali). Tutto questo non basta, se poi i Rockets si ostinano a voler correre per tutta la partita invece che rallentare, non fanno altro che tagliarsi le gambe da soli.
  19. Philadelphia 76ers: con la promessa di Evan Turner (veramente deludente per ora) i 76ers sembravano avere un roster decente. Con la guida di Andre Iguodala, il miglioramento dei giovani Holiday e Meeks in cabina di regia, quello di Hawes vicino a canestro, Brand che sembra essere tornato qualche anno indietro, il carattere di Songaila, Nocioni, Kapono e Williams e l'esplosività di Young, sembra, sulla carta, una squadra temibile. Così non è stato, almeno per l'inizio della stagione.
  20. Milwakee Bucks: con il ritorno di Bogut, i Bucks possono dire la loro nella Eastern Conference. La scorsa stagione, l'arrivo di Salmons, fece volare Milwakee ai playoff (poi l'infortunio di Bogut fu decisivo). Con Redd sempre nell'infermeria, Jennings e Boykins dovranno prendersi più responsabilità, così come Ilyasova e Maggette. Mentre Mbah a Moute, Dooling, Roberts e Gooden dovranno dare intensità dalla panchina. Intanto la differenza la fa la settima miglior difesa, a discapito del peggior attacco.
  21. Toronto Raptors: con la partenza di Bosh in estate, i Raptors si sono decisi a puntare su Bargnani. Si sono assicurati che ci fosse un rimbalzista che lo aiutasse (sappiamo che non è la sua specialità), per questo hanno scelto Ed Davis dal draft e hanno ingaggiato Reggie Evans (che non segna mai, ma prende sempre il rimbalzo). Linas Kleiza (ottime mani e testa) è tornato in NBA, Barbosa (velocità impressionante) ha lasciato i Suns, ed è tornato disponibile Calderon. Weems, Johnson, DeRozan e Dorsey possono dare energia dalla panchina. Rimane comunque una squadra con vari buchi di ruolo, come quello del playmaker (c'è solo Calderon).
  22. Charlotte Bobcats: con la partenza di Felton c'è ben poco di buono in questa squadra. Augustin è un tiratore, che dovrà improvvisarsi playmaker, Mohammed cercherà di non farsi sostituire da Kwame Brown (flop mostruoso del draft di anni fa) o da Diop. Diaw ha dei limiti e inizia a invecchiare. Gli unici che si salvano sono Stephen Jackson e Gerald Wallace. Certo è che due giocatori non bastano per fare una squadra che possa puntare ai playoff.
  23. Detroit Pistons: se Detroit si ostina a voler ricostruire solo mezza squadra con i giovani, non andrà lontano. Da una parte Bynum, Stuckey, Summers, Jerebko, Maxiell e Monroe sembrano promettenti, i “vecchi” Wallace, McGrady, Wilcox, Prince e Hamilton, rallentano ed ostacolano la ricostruzione della squadra. L'acquisto di un giocatore finito come McGrady è l'ulteriore dimostrazione di una errata gestione dirigenziale. I giocatori su cui ricostruire una franchigia vincente come quella da titolo li hanno, il problema è che si ostinano a voler tenere le vecchie guardie in parabola discendente.
  24. Golden State Warriors: gli ottimi giocatori li hanno, se però si fanno male, non hanno dei sostituti all'altezza. A Monta Ellis e Stephen Curry si è aggiunto sotto canestro David Lee, che darà quella solidità e un compagno per Biedrins. Gadzuric, Bell e Amundson possono dare il proprio contributo, ma rimane troppo poco per comporre una squadra vincente.
  25. New Jersey Nets: la peggior squadra della scorsa stagione NBA ha aggiunto qualche tassello, ma soprattutto ha ritrovato i giocatori chiave che erano fuori roster. L'arrivo di Humphries, Farmar, Murphy, Outlaw e Favors dal draft possono dare maggiore solidità alla squadra. Devin Harris e Brook Lopez rimangono i cardini imprescindibili per poter giocare a basket. Per il resto questa squadra ha panchinari che dovranno giocare minuti importanti.
  26. Minnesota Timberwolves: con Flynn che parte dai box e Jefferson che è partito per Utah, non può che essere Kevin Love (impressionante ai mondiali, e nella partita da 30 punti e 30 rimbalzi!) a caricarsi la squadra sulle spalle. L'arrivo di Beasley e Pekovic rinforzano il reparto lunghi. Brewer, Ellington, Webster, Tolliver e Telfair daranno il loro contributo. Ridnour ormai lo conosciamo. Ma la vera sorpresa di questo inizio stagione è il flop più grande di tutti i tempi del draft. Proprio lui (Darko Milicic per chi non l'avesse capito), dopo sette anni si decide a giocare decentemente (piazzando anche qualche ventello, o sette stoppate in una partita). A parte Love, e Flynn (infortunato) questa squadra non ha altro da dare per poter combattere.
  27. Los Angeles Clippers: tralasciando Aminu e Bledsoe, a cui servirà tempo per affermarsi come giocatori NBA, abbiamo Kaman (infortunato), Davis, Gordon e soprattutto Griffin. Quest'ultimo sta facendo impazzire tutti gli appassionati con le sue giocate strabilianti, da giocatore maturo, nonostante sia calcolato matricola. Con Davis fuori forma e Kaman fuori roster, per ora non resta che lui a trascinare gli altri. Al rientro di Kaman e con Davis che migliori il suo gioco, con Gordon che subirebbe meno pressione e magari Aminu, Bledsoe o DeAndre Jordan che migliornio un po', questa squadra può fare bene.
  28. Sacramento Kings: con il Rookie of the year 2010 (Tyreke Evans) infortunato i Kings hanno ben poco da offrire alla causa per la vittoria. Casspi, Cousins, Dalembert, Garcia, Landry, Thompson e Udrih sono troppo poco per poter vincere con continuità.
  29. Washington Wizards: con lo smembramento della scorsa stagione (causa la storia di Arenas e Crittenton) i Wizards hanno rivoluzionato il roster. Arenas molto probabilmente giocherà ancora per poco in questa squadra, come dimostra il fatto di aver scelto John Wall al draft. Se però la prima scelta non gioca, non rimane altro da fare che mettersi in ginocchio e pregare che guarisca presto. Blatche, Hinrich, McGee, Young e Thorton da soli non possono pensare di ottenere qualche risultato utile alla vittoria.
  30. Cleveland Cavaliers: dopo il “tradimento” del re (LeBron James), i Cavs sono rimasti senza squadra. Nelle stagioni scorse era James ad ottenere il primo posto nella regular season (e quindi l'MVP) e a lottare nei playoff (sempre persi..). Ora che non c'è più, non rimane null'altro, se non giocatori che erano stati presi per giocare con lui, che non possono giocare con lui. Varejao, Powe, Mo Williams, Parker, Jamison, Hickson, e Graham proveranno a non ottenere il peggior record della lega per quest'anno.