Sunday, October 30, 2011

Emoticon


Viene usato per sorridere, come dimostrazione d'affetto, per mandare un messaggio d'aiuto, e in molti altri modi. L'emoticon è il bodylanguage del nuovo millennio, conosciuto in tutto il mondo. Il loro utilizzo è talmente diffuso, come l'SMS, che viene dato per scontato. Eppure è chiaro che non è sempre esistito questo modo di comunicare. L'emoticon che conosciamo noi nasce solo negli anni '80. Il World Wide Web avrebbe aspettato ancora dieci anni prima di nascere, ma esistevano comunque reti telematiche che collegavani gli istituti accademici negli USA. In modo analogo ai giorni nostri, fraintendimenti erano all'ordine del giorno nelle comunicazioni in remoto. Flame war, fanboy e troll sono ormai termini conosciuti, ma descrivono bene la situazione d'allora, quando il caos era inevitabile. Il motivo è semplice: si comunicava solo dietro ad uno schermo, senza l'ausilio di dati multimediali (immagini, audio e video). Nel 1982 Scott Fahlman cercò di trovare il modo di arginare questo caos. Era necessario comunicare l'intento scherzoso delle battute dei messaggi, che spesso venivano fraintesi e generavano discussioni senza senso. Per l'impossibilità di integrare le trasmissioni con supporti multimediali, la soluzione doveva essere testuale. Così, durante una discussione, Fahlman mostrò una soluzione elegante (e compatibile con i caratteri ASCII). Propose di utilizzare la sequenza “:-)” per indicare una affermazione scherzosa e “:-(“ per quelle serie. L'usanza prese rapidamente piede. Poi altrove vennero create altri tipi di faccine, dall'occhiolino alla sopresa. Oggi l'emoticon è a colori, balla, sbadiglia, insulta, lampeggia e prende pure la parola.