Ubuntu
11.10 (Oneiric Ocelot) è la nuova release della distribuzione Gnu/Linux
che completa la rivoluzione avviata con la versione precedente,
rilasciata sei mesi fa e ora rifinita con stile. Diversi problemi che
dava Unity, la nuova interfaccia grafica, sono stati risolti.
La
principale innovazione resta comunque legata proprio alla grafica ed è
rappresentata dall’inserimento delle “Lenti” per filtrare tutti i file
del nostro computer, divisi in applicazioni, documenti e musica. La
dashboard diventa così un potente strumento di ricerca. Questa funzione
consente di filtrare i file fra quelli modificati di recente, per tipo e
peso. Quando cerchiamo fra le applicazioni, possiamo filtrarle per
ranking: da zero a cinque stelle, a seconda del giudizio che hanno
ottenuto nel nuovo Ubuntu Software Center, che ha introdotto anche la
possibilità di recensire. Quando cerchiamo un programma che non abbiamo,
se è disponibile nel market di Ubuntu ci appare l’icona per scaricarlo
con soli due click. Stesso discorso vale per la musica: se cerchiamo una
canzone che non abbiamo possiamo comprarla da Amazon, o scaricarla
gratis da altre fonti in caso sia stata rilasciata per esempio con
licenza creative commons. Le Lenti ci aiutano inoltre a filtrare la
musica per epoca e genere.
Dal
punto di vista dell’ usabilità, con questa release aumenta la
somiglianza a Mac Os X. Non perché l’animale simbolo questa volta è un
gattopardo onirico o perché i bottoni delle finestre sono stati spostati
a sinistra. Se Apple ha iCloud, Ubuntu ha Ubuntu One con 5 gigabyte di
spazio gratuito per sincronizzare tutto via cloud (foto, video, musica),
con tanto di app per Android, iPhone e iPad per lo streaming delle
nostre canzoni. E se il Mac ha la Time Machine, Ubuntu ha integrato per
la prima volta un sistema di backup, affidato a Déjà Dup, che consente
backup locali di ogni tipo (in remoto, nel cloud, incrementali, con
cifrazione e compressione dei dati).
Qualche
piccolo difetto c’è ancora. Il menu di LibreOffice, la suite per
l’ufficio erede di OpenOffice, che non si integra alla perfezione nella
menubar. O la carenza di account su Gwibber, finalmente migliorato, ma
limitato a Twitter, Identi.ca e Facebook. Magari non Google Plus, ma
almeno LinkedIn ci avrebbe dovuto essere.
Dal
punto di vista del software, finalmente Mozilla Thunderbird sostituisce
Evolution come client email. Shotwell e Banshee sono sufficienti per
gestire e ritoccare foto e ascoltare musica. Pitivi per l’editing video
non è più incluso, ma è comunque supportato, così come Gimp per
l’elaborazione delle foto, il browser Chromium e Flash. Per navigare di
default c’è Firefox. Se non piace Unity, si può ora installare con
semplicità Gnome Shell.
Per
completare la propria Ubuntu è difficile prescindere dall’installazione
di codec per audio e video. Ecco quindi nell’Ubuntu Software Center il
pacchetto Ubuntu Extras per installare in un colpo solo il supporto per
mp3 e altri vari formati audio (con il plugin GStreamer), i font
Microsoft, Java runtime environment, Flash plugin e DVD playback.